lunedì 5 settembre 2011

Colazione greca


Oggi ho aperto l'ultimo (ahime) vasetto di yogurt greco, retaggio di una quindicinale vacanza in barca a vela fra le isole della Grecia. Me lo sono gustato piano piano, sapendo che era l'ultimo, con la consapevolezza di consumarlo per questo primo lunedì di settembre, che è l'ultimo prima dell'inizio della scuola, dopo giorni di "arbata liscia" come si dice qui a Gallipoli, cioè mare calmo ma così calmo da sembrare olio, oggi c'è un cielo appena grigio e un poco di vento che viene da Sud Ovest, e quindi ancora caldo, ma porta un alito che fa muovere le tende e inganna a quel tanto che basta per immaginarsi da li a poco un'imminente frescura.
Beh si...banale dirlo, l'estate sta finendo e forse è già finita, ma come tutte le cose che si concludono preferiamo non ammettere che siano già passate, diciamo "...sta finendo..." intanto ritiriamo la lista dei libri per la scuola, ci laviamo con lo scrub perchè l'abbronzatura di stacca a chiazze e la pelle, nonostante le ripassate di crema e olio di mandorle ha l'aspetto di quella del serpente prima della muta; e poi si inizia a pensare ai cambiamenti, come ogni stagione che inizia si fanno progetti e programmi...convinti che riusciremo a portarli a termine tutti e poi invece sotto sotto... dopo tanti anni ci conosciamo bene e sappiamo che ormai non sarà cosi...
In questo clima settembrino, fra un aereo che disturba la quiete e il canto delle cicale, sto seduta alla poltrona della cucina a gustare l'ultimo retaggio di un'ellenica bontà.
Poche cose sono buone in Grecia, e naturalmente parlo del cibo, ma lo dico giusto per non omettere... lo yogurt in primis, la feta, il miele, i pomodori, i cetrioli (che a me non piacciono), l'agnello e la carne in genere e con questi pochi ingredienti, mescolati diversamente tra loro che preparano i loro piatti principali: lo tzazichi, l'insalata, il saganaki (feta fritta), la moussaka e il souflaki.
Semplici e informali, proprio come loro.
A colazione...altro che cornetto e capuccino!
Io non bevo il caffè e non amo la pastasfoglia, mi piace il latte caldo al mattino con una goccia di caffè, non di più, solo una goccia, ma in Grecia...
Ah...! Uno yogurt così denso da sembrare panna montata, fresco ma non freddo, perchè in barca il frigo non era mai un granchè e al baretto sul molo arrivava sempre alla temperatura ideale, quel fresco che non irrita ma che ti ristora, con quel velo di miele che però basta a richiamare tutte le vespe dello Ionio e dell'Egeo e quel misto di frutta di stagione, but no peach please, (niente pesca per favore perchè sono allergica).
Colazione sana e genuina, poco dolce e con le vitamine della frutta.
Ditemi se c'è qualcosa di più buono e salutare al tempo stesso! Eh...?
Il resto dell'equipaggio ci aggiungeva un caffè vicino, ma per spiegare il perchè io non sono brava, ci vorrebbe qualcuno che non può fare a meno dell'espresso mattutino...sotto a chi tocca quindi...ma non a me!

E con questo non mi resta che AugurarVi buon lunedì, buon rientro al lavoro per chi, come Antonio e Lalla (deliziosi compagni di equipaggio) ha avuto la fortuna di rientrare al lavoro solo oggi, buona nuova vacanza per chi è partito di nuovo (!) e ... a chi vive quì e al lavoro ci è già tornato da un bel pò, oppure non ha mai smesso e spera in un settembre mite e con il mare calmo per il bagno più bello dell'estate.

sabato 8 gennaio 2011

La Grande Estate



"... Il fatto che per la prima volta sento di fare qualcosa che serva davvero.
Ne avrei di ragioni, per spiegarle quello che ho fatto fin qui. Ma le mie ragioni, come tutte le cose vere, sono solo mie, e non puoi chiedere ad un altro di capirle. E in più certe cose è proprio meglio non parlarne neanche con te stesso, che poi un poco muoiono e smettono di essere così vere anche per te.."

Da tanto non passo dal mio blog, oggi ho un buon motivo per farlo... e non è una ricetta.
Ho appena finito di leggere un libro.
"La Grande Estate" di Antonio Achille.

Perchè, quando possiamo dire che un libro è bello?
Quando pensi che è il libro che tu avresti voluto scrivere, perchè le emozioni così descritte sono proprio quelle che ognuno di noi proverebbe in un momento simile, quando senti il protagonista li accanto a te, lo senti che ti parla, lo senti nelle orecchie, con il suo accento settentrionale e i capelli scompigliati, quando pensi che non è giusto che una storiella venga pubblicata da Feltrinelli solo perchè è scritta da un autore affermato e un romanzo così avvincente rimanga nell'ombra.
Quando le tue giornate sono scandite dal pensiero del libro, quando non esci e non guardi la Tv, per sbrigare le faccende e andare a letto presto per goderti la lettura, quando devi costringerti a spegnere la luce, perchè ormai il sonno ha avuto la meglio, ma ti ostini a continuare pur dovendo rileggere più volte lo stesso periodo.
Quando al mattino ti svegli... e non vedi l'ora di ... di andare in bagno (scusate!!! evviva la sincerità) per poter continuare e tua figlia si lamenta perché le farai fare tardi a scuola.
Per me un libro va di diritto nella mia, tutta mia personale classifica dei migliori, quando verso la fine vado in trance e non riesco a fare altro, solo leggere... controllo le pagine che mi rimangono dall'azzurro del segnalibro... e con ansia vado avanti rapita... poi controllo ancora, ne mancano solo cinque... allora rallento... mi trovo qualcosa da fare, leggo una pagina e poi mi fermo ancora, non voglio finirlo, non voglio rimanere senza.
E poi penso: "Cosa potrò leggere dopo?" quale libro potrò mai trovare che riuscirà a darmi la stessa passione, lo stesso piacere della lettura, quel brivido e quell'emozione che ti prende e non ti da tregua fino alla fine... si... penso proprio che sarà dura... e non lo troverò.
Prima di iniziare stavo leggendo "Il gioco delle tre carte" di Marco Malvaldi, poi dopo aver letto, come rapita, le prime cinque pagine de "La grande estate", l'ho abbandonato, non ho più provato interesse per quello che stavo leggendo prima... mi sembrava solo tempo sprecato, eppure lo avevo scelto dopo aver letto "La briscola in cinque", sempre dello stesso autore, che mi era proprio piaciuto parecchio.
In realtà ritornavo su Malvaldi solo quando il libro non era disponibile.
Ora l'ho finito.
E mi sento un pò orfana, so che mi mancherà Matteo, il protagonista, i suoi pensieri, il suo umorismo e la semplicità nel cogliere e raccontare quegli attimi che sono di tutti e che sono meravigliosamente descritti con le parole più semplici:
"Fuori la luce bianca stava trasformando ogni cosa nel miraggio di se stessa" e poi ancora
"... ogni volta che arriva qualcosa attesa così a lungo, provo sempre un non so che cosa allo stomaco, che, se dovessi dire, è un po' come la paura di scartare il giocattolo per non restarne delusi. Ma è sempre così e non ci si può fare un bel niente. Ogni cosa che inizia porta con sé il seme della fine. E così non ti puoi gustare la gioia della partenza, senza avvertire già la malinconia del ritorno."


Spero che nessuno rimarrà deluso sapendo che questo libro è in vendita al prezzo di solo Tre (3) Euro, potete acquistarlo su Progetto Letterario Alga, oppure su Ibs.
Io l'ho appena fatto, perché non potrò tenere per me la copia che ho letto e perché avrà anche lui il posto fisso sul mio comodino, fra i libri che ogni tanto rileggo per il piacere di ricordare.

Non so se quello che ho fatto, parlarvi di questo libro potrà servire... e a cosa non lo so.
Sentivo che dovevo e volevo condividere.