martedì 13 aprile 2010

Pane e frittata ... e ricordi di un pollaio ...


Stasera mi sono consolata!
Me lo preparavo da piccola, avevo sette anni e ricordo ancora quale padella usavo... sempre la stessa, di alluminio con i puntini neri, perchè mia madre, come me, preferiva cucinare che lucidare le pentole e ogni volta, ogni volta che devo rigirare la frittata, mi ricordo che ero più brava quand'ero bambina; ora, con tutta la padella antiaderente, spatola e forchetta, a volte non mi riesce.
Prima scendevo in giardino a raccogliere le uova.
E qui è d'obbligo una parentesi (Il pollaio).
Il pollaio di casa nostra era un piccolo bunker.
Una mattina, io ero proprio piccola piccola, mi svegliai per il vociare dei miei: "Maria! Maria!!" chiamava mio padre dal giardino e dietro alla mamma arrivai anch'io mentre ancora mi stropicciavo gli occhi.
Che scena!!!
- Le galline senza vita erano sparse per le aiuole con il collo mozzato.
Che impressione!
La mamma: "Uuh paccaaatu!" e mentre lo diceva univa a croce e scuoteva i palmi delle mani...
Mi portarono in casa... io ero imbambolata.
Era stata una faina, così mi spiegarono, ora i miei abitano in pieno centro, allora era estrema periferia, le campagne e le cave erano proprio vicine e di notte la faina aveva fatto la festa.
In passato era pure successo che ci avevano rubato lo galline e quindi ...
Papà ingegnoso e creativo la sera stessa aveva schizzato su un foglio di carta il disegno del suo prossimo lavoro:
Il nuovo pollaio
Una costruzione quadrata in mattoni di carparo con tetto spiovente in ... udite udite:
cemento armato.
Mio padre ci passava le giornate nel giardino a costruire il pollaio (u caddrinaru) e non potevi neanche avvicinarti perchè eri femmina e ti cacciava, e io, proprio perchè ero femmina ero curiosa...
Il piatto in tavola aspettava lui ... non smetteva mai ... un intoppo, dovuto alla sua incompetenza, di mestiere era militare, era una sfida per lui ...
E la notte si svegliava a pensare come fare... Ancora oggi a 76 anni fa così.
La porta del pollaio? Spessa almeno 5 cm.
E... udite, udite...


L'ALLARME!

Ebbene si... sono sicura che ora vi spiegherete molte cose, sono cresciuta in una famiglia che aveva le galline con l'allarme ...!
Prima di aprire la robustissima porta priva di maniglia, perchè così era più difficile aprirla, bisognava prima tirare e tenere tirato con la mano sinistra un filo di ferro (il filo del freno della bicicletta) per disinnescare l'allarme e contemporaneamente aprire la porta, con la mano destra.
Bisognava staccarlo per raccogliere le uova e poi reinserirlo.
In realtà le galline, che a detta di tutti non hanno cervello, ma secondo me sono puntuse (dispettose) da morire, nel nuovo pollaio avevano imparato a mangiarsi le uova... e anche li papà aveva escogitato un altro meccanismo: una cassetta della frutta in discesa con un'aletta che proteggeva le uova... avete presente la palla del biliardino quando si fa goal? così.
L'allarme era collegato ad un campanello in corridoio, il pulsante originale era in bagno, quello che si usa quando manca la carta igienica, ma noi quando mancava la carta ci sentiva tutto il vicinato per come urlavamo ... il campanello si usava per le galline...
E quando di notte pioveva e faceva contatto e suonava all'impazzata?
Aah ... che goduria!
Non solo ci svegliava la suoneria ... c'era pure papà che castimava ... e la mamma che diceva:
"Necessariu era? ... 'pe doi caddrine" (era proprio necessario per due galline?)
Quindi dicevo ... dopo aver raccolto l'uovo fresco ( oltre alla macchinosità dell'allarme dovevo superare il terrore che, tutt'oggi ancora ho per le galline, dopo lo scempio che avevo visto quella mattina da bambina) ... tornavo in cucina.
Prendevo il piatto fondo, ci rompevo l'uovo, lo sbattevo e ci mettevo il sale e il parmigiano (che dovevo sempre grattugiare prima, perchè a casa dei miei quello grattugiato era, ed è tutt'ora bandito, quello grattugiato, anzi grattuggiato, con due gg, era per le femmine camasce (svogliate) quelle di sostanza, come la mamma mia, grattugiavano al momento).
Poi ci mettevo pure la menta ... che quando mi ricordavo, raccoglievo dal giardino quando prendevo le uova, sennò, tornavo in giardino, sempre zompettando, perchè io non camminavo mai normale, io ero masculazza (mascolina e per niente aggraziata) e quindi ... 'zzumpava ...
Mettevo l'olio in padella sul fornello piccolino, lo guardavo in controluce per vedere quando iniziava a fumare e poi ci versavo la frittata.
Me lo sono ricordato poco fa. Mia madre mi aveva insegnato a pulire il piatto con il pollice, perchè quello che rimaneva nel piatto ... "fija mia è paccatu...!" (è un peccato figlia mia!).
E l'istinto è quello ... quello di pulire il piatto con il dito, stasera non l'ho fatto perchè non ho ancora la pila funzionante, di solito lo faccio ... proprio come quand'ero bambina.
A volte penso di essere cresciuta troppo presto, a 14 mesi mio padre mi tolse il ciuccio perchè ero già grande, era arrivato mio fratello ... e di essere stata sempre un pò troppo responsabile...
Per assurdo forse adesso lo sono di meno ...
Forse queste cose nel tempo si pagano ...
E la voglia di sentirsi bambini viene fuori sempre ...
Io preparavo la frittata per il panino dei miei fratelli, prima la loro ... e poi la mia, per ultima, perchè a me piace calda calda, col pane croccante.
Proprio come quello di stasera ...

Poi mi sedevo sui gradini delle scale della cucina ...
E sognavo ... col pane e frittata tra le mani...






2 commenti:

Marilù ha detto...

le galline sono dispettosissime: io a 3 anni mi sono presa una di quelle beccate che me la ricordo ancora adesso....e pensare che volevo solo farle una carezza!
Aspetto con trepidazione una nuova "puntata"....

Marilù ha detto...

Natalia cara, anche se è tanto che non posti nulla, la tua grande personalità non si dimentica!
E' per questo che c'è un premio che ti aspetta nel mio blog!!!!